Il mondo dei marinai e il mondo dei tatuaggi si sono incrociati oltre tre secoli fa: fu il capitano James Cook ad incontrare sull'isola di Tahiti i primi esseri umani tatuati. In Europa, i tatuaggi non esistevano. I vichinghi e i celti erano soliti dipingersi e marchiarsi varie parti del corpo, ma definirli "tatuaggi" è forse eccessivo. La stessa parola, Tatuaggio, deriva dal tahitiano Tatau (Cook scrisse "tattaw", da cui l'inglese "tattoo"), che indicava il rumore dei bastoncini che venivano usati per bucare la pelle e, successivamente, inoculare il colore.
Dopo James Cook, innumerevoli uomini di mare hanno avuto a che fare col mondo dei tatuaggi. Ben presto, i marinai stessi cominciarono a tatuarsi. Ad esempio, fu proprio grazie ai loro tatuaggi che gli ammutinati del Bounty furono scoperti e condannati. Per non parlare della cosiddetta "Old school" del tatuaggio, che si rifà proprio allo stile e ai colori dei tatuaggi dei marinai di inizio Novecento.
Una delle leggende, anche se sarebbe più corretto parlare di superstizioni, più antiche riguarda il fatto che bisogna sempre avere sul corpo un numero dispari di tatuaggi. Anche questa storia è di derivazione marinaresca: il marinaio che prendeva per la prima volta il mare, si tatuava nel porto di partenza; arrivato a destinazione, si tatuava nel porto d'arrivo; quando poi tornava a casa, si faceva un terzo tatuaggio. Se dopo quel viaggio avesse intrapreso altri viaggi, avrebbe continuato a tatuarsi nel porto di destinazione e poi nel porto di casa, in modo tale che i suoi tatuaggi sarebbero sempre rimasti dispari. Un marinaio morto con un numero pari di tatuaggi sul corpo avrebbe indicato che lo stesso era morto nel tentativo, non riuscito, di tornare a casa. Una morte "maledetta", quindi. Da ciò è nata la tradizione di avere sempre un numero dispari di tatuaggi sul proprio corpo, in modo da scongiurare la possibilità di "perdere la via di casa", consegnandosi ad un destino di eterno errante simile a quello dell'Olandese Volante (della cui leggenda parleremo prossimamente).
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